Chi ha paura di parlare in pubblico?
Il Public Speaking è un tema dolente per molti professionisti.
Infatti, come abbiamo visto nel nostro recedente articolo, la capacità comunicativa è una dote importantissima per avere successo nella vita lavorativa e personale.
Ma 9 persone su 10 sentono di essere carenti proprio su questo aspetto.
Per questo negli ultimi anni sono fiorite una grande quantità di proposte nel panorama degli info-prodotti, così come nel mondo della formazione, che promettono di colmare questa lacuna.
Libri, video corsi o corsi dal vivo che ruotano proprio intorno al tema del cosiddetto Public Speaking. Cioè la capacità di parlare con sicurezza ed efficacia in contesti formali e professionali, sia di ampie che di ridotte dimensioni.
Che tu debba esprimerti davanti a centinaia di persone, o in meeting di lavoro, la paura è in agguato.
È l’effetto deleterio della paura del giudizio altrui.
Paura di fare brutte figure.
In tema di Public Speaking, questa è la prima domanda che sorge spontanea:
“Le doti comunicative possono essere apprese e potenziate mediante l’attuazione di esercizi pratici?”
Una capacità comunicativa efficace e autentica può che scaturire da una equilibrata e armonica integrazione di tecniche, che si possono apprendere, e di qualità dell’essere.
Incluso tutto ciò che, nel percorso di apprendimento e sviluppo, andrai scoprendo di Te.
Si tratta di un vero e proprio salto di qualità sotto diversi aspetti, come ad esempio:
- Presenza nel corpo fisico;
- Riconoscimento dei propri stati emotivi / psicologici;
- Conoscenze e competenze tecniche
- Creatività e senso artistico.
La capacità comunicativa autentica, fondamentale per il public speaking, può senz’altro essere consolidata dall’attuazione di esercizi pratici.
Ma non basta.
Per ciò che concerne l’aspetto “fisico”, un discorso di successo rappresenta, nel suo insieme, la perfetta cooperazione tra cervello, corpo e voce. Una simbiosi che è sottoposta a un ferreo controllo, e che deve mostrare, allo stesso tempo, estrema flessibilità di interazione.
Il lavoro sulle attività del corpo connesse alla comunicazione, ha alla base una natura simile a quella di alcuni sport, ad esempio le arti marziali, o lo yoga.
La consapevolezza della respirazione, e dei vari segmenti corporei che innescano ogni nostro movimento, richiede una buona propriocezione, che per alcuni rappresenta una vera e propria scoperta di territori inesplorati.
Una particolare importanza riveste l’emissione della voce, che deve rivestire adeguatamente le parole con cui trasferiamo i nostri pensieri.
Una buona tecnica vocale ci permette di sfruttare tutte le potenzialità espressive/musicali della voce, senza però apparire “costruiti” o innaturali.
L’arte si padroneggia proprio quando “scompare” agli occhi o alle orecchie del pubblico.
Lavorare sull’aspetto “emotivo” è anche questo un percorso di consapevolezza.
Infatti, il tentativo di controllare, bloccare, contenere le nostre emozioni ha come conseguenza che le stesse si rinforzano, e spesso esplodono in maniera incontrollata.
Creandoci problemi e imbarazzi.
Per tale ragione nei miei corsi di Dizione ed Impostazione della Voce Parlata destino molto spazio alla respirazione, ed alla conoscenza profonda del nostro corpo che respira.
L’aspetto artistico/creativo si libera solo quando le precedenti componenti sono acquisite nel profondo.
Solo così la nostra capacità comunicativa rivelerà un’impronta peculiare, unica per ognuno di noi.
È in questo momento che la paura di parlare in pubblico si trasforma in energia propulsiva, in divertimento, in realizzazione del nostro vero sé.
Lasciati dire una cosa che forse ti stupirà.
In questo percorso, in tutta sincerità, sappi che l’esercizio, pur essendo importantissimo, in sé e per sé non basta.
Cosa si impara in un corso di public speaking?
Un corso di public speaking promette di incrementare la tua capacità comunicativa in poche ore di aula, di solito condensate in uno o due fine settimana.
Spesso sono proprio le aziende a chiamare professionisti del settore per progettare questi corsi partendo dalla definizione degli obiettivi aziendali e dalle prestazioni che si vogliono far raggiungere.
1- Prima di tutto ci si concentra sullo studio dei contenuti e delle strutture linguistiche persuasive con cui rafforzare il messaggio.
2- Successivamente, si passa allo studio e alla costruzione dei movimenti del corpo, con lo scopo di far emergere non tanto le emozioni dell’oratore, ma le emozioni attese, cioè quelle che vogliamo trasmettere al pubblico, così come le reazioni che ci proponiamo di stimolare.
Lo scopo ultimo delle tecniche di persuasione, si sa, è quello di indurre l’interlocutore a compiere un’azione a noi gradita.
3- Il Linguaggio Del Corpo è uno dei cardini di una buona capacità comunicativa, ed è studiato dal punto di vista del controllo della gestualità, delle posture e delle espressioni del volto.
4- La capacità comunicativa non può prescindere dal rapporto con il pubblico, e dalle tecniche per stabilire il contatto visivo.
5- Ancora più delicato è l’approfondimento del canale paraverbale, che include la consapevolezza della respirazione, la capacità di modulare la voce, scegliere i ritmi più adatti all’emozione che ci interessa, giocare con le pause, la prosodia, le sfumature timbriche e i volumi.
Se ben utilizzata, la voce è in grado di suscitare grande empatia, e di mettere in moto le corde più profonde del nostro universo emozionale.
Pensa alla capacità comunicativa degli speaker radiofonici, che non possono avvalersi del linguaggio corporeo.
Spesso però questi corsi di public Speaking hanno un forte limite: trattano tutti i corsisti come fossero un soggetto unico, di livello medio.
In pratica, un individuo teorico che in realtà non esiste. Non sei Tu, non sono Io …
È un campione, senza volto, né personalità.
Però, sappiamo bene che l’apprendimento è tanto più efficace quanto più è specifico e mirato.
Ogni persona ha un suo stile e un suo ritmo di apprendimento. Voler fare di tutta un’erba, un fascio non sempre è la strada migliore per i corsisti.
E di certo non lo è quando si tratta di competenze riguardanti la Voce.
Perché ogni voce è unica, come le impronte digitali.
Tecnica, arte o maestria?
Quindi, ti suggerisco di evitare quei corsi motivazionali commerciali, che ti incitano con frasi del tipo: “vai”, “sei fortissimo”, “se credi in te, tutto è possibile”.
Così come da quei corsi che t’impostano ad una misurata cooperazione tra cervello, corpo e la voce, attraverso una serie di “tecniche” applicate con approccio “scientifico” neopositivista.
Come se bastasse una buona riprogrammazione della mente per potenziare le nostre capacità.
Come se il cervello potesse assumere la guida della nostra crescita, e la responsabilità dei nostri successi o fallimenti.
Il cervello è uno strumento.
E, come ogni buono strumento, è al servizio, perciò non può stare nella cabina di regia.
E il Cuore, allora?
Spesso, durante i corsi di crescita personale di un certo orientamento, o in giro per i social, sentiamo affascinanti citazioni che ci consigliano: “Lasciati guidare dal Cuore”!
E qui la confusione, a mio avviso, è davvero tanta!
Dobbiamo fare chiarezza, mettendoci tutti d’accordo sul significato, tutt’altro che scontato, da dare alla parola “Cuore”.
Ipotizziamo che per la maggioranza delle persone Cuore sia sinonimo di Emozioni.
Se l’intelligenza strumentale, è, appunto uno strumento, le emozioni, invece, sono il nostro “navigatore”.
Ma, allora, chi deve stare alla guida?
Se tutte queste parti di noi, sono gli strumenti di una mirabile orchestra, chi ne è il direttore?
Lo so che ti lascio con tante domande e poche risposte certe.
Lo so che sarebbe comodo che avessimo tutti lo stesso “centro di gravità permanente”, come cantava il grande Battiato.
Ma io non sono qui per darti risposte, bensì per far vacillare certezze.
Il mio compito è questo, far iniziare un “movimento” che altro non è, che il seme della crescita.
Tocca a te trovare la tua risposta.
Io la mia risposta, l’ho trovata.
Anzi, la trovo giorno dopo giorno, perché non amo dare nulla per scontato.
Ma non è questo il luogo adatto per parlarne.
Magari, un giorno, ne parleremo di persona. Che ne dici?
Dovete combattere per trovare la vostra voce
Osate cambiare. Cercate nuove strade. È proprio quando credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un’altra prospettiva, anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovrete provare. Ecco, quando leggete per esempio, non considerate soltanto l’autore, considerate quello che voi pensate. Figlioli, dovete combattere per trovare la vostra voce. Più tardi cominciate a farlo, più grosso è il rischio di non trovarla affatto. (dal film: L’Attimo Fuggente)