Quando si parla di formazione e crescita personale, le persone si dividono in due grandi categorie:
-
chi crede che la chiave stia nel fare, nell’agire, nell’esperienza diretta;
-
e chi crede che tutto parta dal sapere, dall’accumulare conoscenze, teoria, informazioni.
Ma la vera domanda è:
è davvero utile contrapporre queste due strade?
E soprattutto, c’è un modo per unificarle?
Da oltre 30 anni mi occupo di voce e comunicazione trasformativa, e nel mio lavoro ho incontrato centinaia di persone. Molte di loro si sono avvicinate a me con un intento preciso: imparare a parlare meglio, in modo più elegante e carismatico.
Ma qui nasce un paradosso.
1. “Voglio andare dritto al punto, senza perdere tempo con la teoria…”
Questa è una frase che mi sono sentita dire spesso.
In realtà, la colpa forse è dei vari “guru” del marketing, che spesso promettono rapidi risultati in qualsivoglia campo, senza “inutili perdite di tempo in teoria.
La teoria è inutile, a detta di molti.
Questo è un mito falso dei nostri tempi. L’animale mitologico del consumismo.
In questo acosistema grottesco si sviluppa il fast foord della crescita personale.
La conoscenza è inutile: dobbiamo avere “tutto, subito e senza fatica”!
Persone brillanti, ambiziose, motivate… ma impazienti.
Vogliono “fare”. Subito. Senza “perdere tempo” in spiegazioni, approfondimenti, anatomia vocale o teoria della dizione.
Il risultato?
Iniziano a fare, sì. Ma in modo confuso, meccanico, inefficace.
Senza capire davvero cosa stanno facendo e perché.
E dopo un po’, inevitabilmente, si scoraggiano.
2. “Se studio bene la teoria, saprò parlare meglio…”
Dall’altra parte ci sono quelli che credono che la conoscenza sia sufficiente.
Soprattutto nell’ottica della crescita personale “fai da te”.
Perché cercare un mentore, se posso sapere le stesse cose leggendo libri sul tema?
Studiano, leggono, memorizzano ogni dettaglio:
– Come funziona il diaframma
– Le leggi della fonetica
– Le posizioni articolatorie
– I modelli linguistici
Il bricolage della crescita personale…
Ma quando arriva il momento di parlare in pubblico, o anche solo davanti a una telecamera, si bloccano.
Il corpo non risponde ai comandi.
Le conoscenze restano nella testa, ma non si traducono in azione fluida. Perché il “cervello del corpo” non va di pari passo con la conoscenza mentale.
Il paradosso?
Entrambe le strade, da sole, non portano da nessuna parte.
3. Proverbi fuorvianti: “Sbagliando si impara” sempre?
Uno dei detti più comuni nel mondo della formazione è:
“Sbagliando si impara”.
Certo, in parte è vero. Ma dipende da come sbagli.
Perché se ripeti gli stessi errori senza accorgertene, non stai imparando:
stai solo rafforzando abitudini sbagliate.
“Sbagliando si impara”… a sbagliare!
Questo è vero soprattutto nella crescita personale, dove si lavora spesso con abitudini automatiche, che si consolidano e rafforzano proprio con la ripetizione.
Te lo dico per esperienza personale.
Come ho già raccontato, il mio caso è estremamente esemplificativo: 20 anni di tentativi e frustrazione
Anni fa, anche io pensavo che “fare” fosse sufficiente.
Ho provato da sola, per anni, a migliorare la mia voce, la mia dizione, la mia capacità comunicativa.
Ho seguito anche tantissimi corsi e lezioni.
Ma purtroppo, non avevo trovato la “guida adatta a me”.
E senza guida, senza qualcuno che mi aiutasse a leggere gli errori invisibili, e sapesse usare un linguaggio semplice e chiaro, mi ritrovavo sempre allo stesso punto.
Anzi, a volte peggio.
Perché più mi esercitavo male, più consolidavo i problemi.
Ci sono voluti quasi 20 anni per uscire da quel circolo vizioso.
Fino a quando ho capito che serviva un’altra chiave. Non solo serve “un insegnante”, ma soprattutto serve “un Mentore”.
Come dico sempre io:
NON BASTA SAPERE QUALCOSA, OCCORRE SAPERLO INSEGNARE.
4. Il segreto della crescita personale? L’Essere.
La vera trasformazione non avviene solo “facendo”.
E nemmeno solo “sapendo”.
Avviene quando decidi di diventare una persona diversa.
Quando sposti l’attenzione da:
- fare → essere
- sapere → incarnare
- avere → esprimere
E questo salto non si può fare da soli.
Hai bisogno, appunto, di un mentore.
5. Il mentore: la scorciatoia intelligente per evolvere
Un buon mentore non ti dice cosa fare passo per passo.
Ti insegna a vedere cosa stai facendo, dove ti stai sabotando, cosa stai trascurando.
Un mentore ti aiuta a:
- evitare gli errori invisibili,
- valutare i risultati in modo oggettivo,
- personalizzare la pratica sulla tua realtà.
Con un mentore, impari facendo, sì.
Ma facendo bene, da subito.
Senza sprechi di tempo, energie, motivazione.
Come disse Benjamin Franklin:
“Dimmi e dimentico. Insegnami e ricordo. Coinvolgimi e imparo.”
Caso reale: Marta, 48 anni, manager e madre
Se la mia esperienza personale non bastasse, possiamo parlare delle esperienze di chi ha fatto un percorso con me.
Marta è arrivata da me perché doveva affrontare presentazioni aziendali settimanali.
Aveva già letto libri, seguito corsi online… sapeva tutto sulla voce.
Ma non riusciva a usarla quando serviva davvero.
Appena le ho fatto fare un semplice esercizio di respirazione consapevole,
le sue parole sono state:
“Ma allora è il corpo che non mi ascolta, non la mente!”
Dopo poche settimane di lavoro guidato, la sua voce è diventata più stabile, calda, sicura.
Il feedback dei colleghi?
“Non so cosa hai fatto, ma ora sembri davvero autorevole”.
Non aveva fatto di più.
Aveva smesso di cercare “cose da fare” e aveva cominciato a diventare chi voleva essere.
Per questo il lavoro sulla voce è un lavoro di Crescita personale, una via di consapevolezza. Almeno, nel mio metodo, è così.
6. Essere o Avere: un altro falso dilemma
Un altro dualismo che blocca la crescita personale è: essere o avere?
Viviamo in una società che ci spinge a possedere:
- più conoscenze,
- più strumenti,
- più tecniche,
- più certificati.
Ma tutto ciò che “hai”, se non diventa parte di ciò che “sei”, non serve.
Non è l’avere un bel timbro vocale che fa la differenza.
È l’essere una persona che comunica con autenticità, chiarezza e presenza.
Il trucco per imparare velocemente? Essere guidati bene.
Imparare velocemente non significa bruciare le tappe.
Significa evitare i giri a vuoto.
Un mentore serve proprio a questo: a farti fare le azioni giuste, nel momento giusto, con il giusto atteggiamento.
Senza ansia da prestazione.
Senza eccessi di teoria.
Senza meccanismi mentali che sabotano il processo.
Crescere nella cosapevolezza della propria voce, come percorso di crescita personale, è qualcosa che ha un inizio, ma non ha un termine.
Quando comprendi la mentalità giusta, la tua attenzione non potrà venire meno.
Pensa ad bel giardino fiorito. Se impari tutte le tecniche di giardinaggio e rendi il tuo giardino meraviglioso, ma poi dici a te stesso:
“Ho fatto. Adesso è tutto a posto!”
COSA ACCADRA’ DEL TUO GIARDINO, DOPO QUALCHE MESE?
7. Quando la voce è lo specchio dell’essere
Nel mio lavoro sulla voce, lo vedo ogni giorno.
La voce non è solo uno strumento tecnico.
È uno specchio dell’identità.
La voce racconta chi sei, prima ancora di cosa dici.
E per cambiarla davvero, non basta né “fare esercizi vocali” né “studiare le regole fonetiche”.
Serve cambiare il proprio modo di stare nel corpo, di respirare, di vivere.
Serve evolvere nell’essere. Appunto, si deve compiere una crescita personale, un atto trasformativo.
E l’età? Non conta.
C’è chi pensa:
“Ormai ho 50, 60, 70 anni… è troppo tardi per cambiare”.
La verità?
Non è mai troppo tardi, se hai una guida giusta, e una vera motivazione.
Ho lavorato con persone di tutte le età.
E quelle più “grandi” sono spesso le più motivate e capaci di trasformarsi.
Perché la crescita personale non è una questione di età.
È una questione di disponibilità e coraggio.
Conclusione: il vero salto è nell’essere
In definitiva, crescere non significa “fare di più” o “sapere di più”.
Significa diventare chi sei destinato a essere.
E per farlo serve:
- unire teoria e pratica, senza dogmi,
- accettare gli errori, ma non reiterarli,
- farsi guidare, con umiltà e intelligenza.
La voce — come la vita — non si migliora aggiungendo solo pezzi.
Si trasforma quando decidi di riconnetterti al tuo centro e iniziare a vibrare da dentro verso fuori.
E se vuoi farlo davvero,
ricorda: non farlo da solo.
Trova il tuo mentore. E inizia a vivere la tua trasformazione.
A questo punto, non posso che salutarti con il mio motto:
“Prenditi cura della tua voce, perché così la tua voce si prenderà cura di te”