3 TECNICHE PER PARLARE BENE E SFOGGIARE UNA VOCE ELEGANTE

Data

Cosa significa per te “parlare bene”? La mia posizione è molto semplice e chiara: parlare bene vuol dire usare una voce viva, sonora, fluida, disporre di una tavolozza di colori timbrici variegata, e avere un eloquio comprensibile da coloro ai quali la nostra comunicazione è destinata. Lo studio della dizione ...

Parlare bene, con Eleganza è una cosa che si può imparare, basta esercitarsi nel modo giusto.

Ciao a tutti voi che mi seguite,
Il mio post di oggi inizia con una domanda.

“Quanti di voi vorrebbero riuscire parlare bene, con una voce elegante, priva di inflessioni dialettali?

Dai, alza la mano anche tu, che temi le sfide troppo difficili perché pensi di non farcela!

Vuoi forse rinunciare ad acquisire un elevato potere comunicativo, solo perché costa un poco di lavoro?

E puoi alzare la mano anche tu, che affermi che non è importante, in certi ambienti, parlare bene, cioè con voce pura, incontaminata da accenti e cadenze dialettali.”

 vuoi imparare a parlare bene?

Io ti consiglio invece di non sottovalutare questo aspetto, specialmente se il tuo lavoro ti porta a insegnare, a comunicare, a svolgere mansioni di front office, e a relazionarti con la gente.

E’ sicuramente vero che, per imparare una cosa che ancora non si sa fare, ci vuole un po’ di tempo e di esercizio. Nulla si apprende così per miracolo: se non ci si impegna a raggiungere dei progressi, i progressi di certo non verranno da noi spontaneamente. E di certo non in tempi brevi.

Seguendo un percorso coerente, invece, e con l’aiuto di un coach della voce, detto anche vocal coach, o voice coach, arriverai senza dubbio a migliorare notevolmente il tuo modo di usare la voce, acquisendo la capacità di parlare bene, in tempi proporzionati alla tua attitudine e alla tua costanza.

Paura di parlare in pubblico ebook

Chi già mi segue da un po’ sa che non sono una fanatica della perfetta dizione sempre e comunque; anzi, da cantante che si occupa tra l’altro di musica popolare, sono convinta che le nostre radici siano preziosi aspetti della nostra identità, e vanno perciò preservati dall’appiattimento culturale.

Dunque la mia filosofia non è quella di consigliarti di “perdere” qualcosa.

Al contrario.

Il mio lavoro di voice coach consiste nell’aiutarti ad “acquisire” una marcia in più, ad arricchire la tua “cassetta degli attrezzi” comunicativi e delle strategie, con uno strumento in più: la tua voce.

Ti insegnerò come il “parlare bene” non sia un concetto univoco, ma multiforme.

Una voce versatile sa indossare l’abito migliore in ogni occasione.

scegli la voce adatta al contesto

E l’abito migliore è sempre quello più adatto alla situazione, all’ambiente umano e alle finalità. Il classico abbinamento giacca e cravatta è la mise perfetta in certi contesti di lavoro, ma forse non è la scelta migliore se insegni in palestra.

La stessa cosa vale per definire, volta per volta, il giusto significato della locuzione “parlare bene”. La mia posizione è molto semplice e chiara: parlare bene vuol dire usare una voce viva, sonora, fluida, disporre di una tavolozza di colori timbrici variegata, e avere un eloquio comprensibile da coloro ai quali la nostra comunicazione è destinata.

Dunque una pronuncia impeccabile, o quasi, dell’italiano, mentre in alcuni contesti è una potente carta a nostro favore, in ambienti diversi può essere un fattore di disturbo, perché ti allontana dalla gente che non è sul questa stessa lunghezza d’onda, e che potrebbe vederti e percepirti freddo e distante.

Insomma, se ti trovi allo stadio per tifare la tua squadra del cuore, a che ti serve preoccuparti di evitare le inflessioni dialettali?

Ma se il giorno dopo hai una presentazione di un progetto in azienda, allora sì che ti conviene parlare bene e sfoderare la tua voce più elegante e sicura!

parlare bene in una riunione di lavoro

 

Curare la dizione, per parlare bene

La dizione è il modo nel quale una persona articola e pronuncia le parole di una lingua. Migliorare la propria dizione permette di pronunciare e dare una corretta e chiara intonazione a ogni parola, oltre che mettere in evidenza i mezzi linguistici.

Migliorare la propria dizione può essere particolarmente utile ai bambini, a chi ha problemi di balbuzie, ma anche ad attori, insegnanti, avvocati, formatori, insomma, a chiunque voglia parlare bene in pubblico.

Tecnica n. 1: Migliorare la pronuncia

  • Uno dei modi più efficaci per migliorare la dizione è quello di esercitarsi leggendo ad alta voce per una ventina di minuti.

Per completare l’esercizio, è opportuno registrare la propria voce. Una volta terminata la lettura, si potrà riascoltare il proprio parlato, in modo tale da potersi accorgere delle eventuali criticità, ma anche di possibili inflessioni dialettali che ci sembrano essere un po’ troppo marcate.parlare bene e curare la dizione

Annotando i vari punti, e lavorando su ognuno di essi, sarà, perciò, fattibile il poter colmare molte delle lacune legate alla mancanza di una buona dizione.

  • E’ molto importante fare esercizio pratico relativamente alla respirazione. Infatti, esercitandosi a controllare il proprio diaframma, si potrà riuscire meglio a controllare la voce. Ne parlo nel mio e book gratuito, che ti invito a scaricare da qui.
  • Altro punto fondamentale per migliorare la dizione, è l’ortoepia, cioè la pronuncia corretta delle parole.

Come tutti sappiamo, le vocali alfabetiche della lingua italiana sono cinque e cioè a, e, i, o, u. Tuttavia, è da sottolineare come la fonetica delle vocali sia, in realtà, formata da sette varianti.

Non per nulla, la nostra poliedrica e dinamica lingua italiana propone tanto due tipi di “e quanto due di “o”. In pratica, sia la “e che la “opossono essere  pronunciate in due modi: aperte o chiuse. Per sapere, in quale dei due modi vadano pronunciate, in ogni specifica parola, basta controllare su un dizionario, anche online, che contiene la corretta pronuncia, scritta in caratteri speciali (fonetici) quale dei due accenti: acuto (ˊ) per la pronuncia chiusa, o grave  (‵) per la pronuncia aperta, sia pertinente alle vocali delle parole che ti interessano.

In conclusione, si pronuncerà la vocale aperta in parole come sèdia, pòdio, pèsca (= il frutto) bòtte (percosse), chièse (edifici di culto), mentre sarà chiusa in parole come perché, bórsa, bótte (= contenitore per il vino), pésca (= azione del pescare) e chiése (verbo).

  • Le vocali, inoltre, hanno una pronuncia e una distinzione fonetica caratterizzata da un accetto, che potrà essere tonico o fonico. L’accento tonico è quello (grave o acuto che sia) che cade sulla vocale della sillaba che va pronunciata con maggiore forza.

Esempi di accento tonico sono parole come tastièra, perché, tàvolo, e cascò (= verbo cascare) che si differenzia proprio per tale accento dal sostantivo casco (quello che ci si mette in testa quando si va in moto).

imparare a pronunciare correttamente

  • Ma una pronuncia corretta dell’italiano non consiste sole nel porgere l’attenzione verso l’esatta accentazione delle vocali. Per parlare bene dobbiamo fare attenzione anche, ad esempio, al suono delle consonanti.

L’ortoepia ci insegna a fare attenzione anche alle esse e alle zeta che possono essere: “s” aspra, o sorda, (come in salame, spostare, unisono, sasso, ecc.),  s” dolce, o sonora, (come in paese, sbriciolare, chiesa, sgarbo, sgattaiolare, ecc.), “z” aspra o sorda, (come in calzatura, zampa, polizia, grazie, raperonzolo, canzone ecc.), “z” dolce, o sonora, (come in zanzara, zoo, organizzare, zelo, ecc.).

Ad arricchire il panorama fonetico, vi sono influenze dialettali che portano a far scivolare, per dirne una, la letteras” verso un suono più simile alla zeta. Esempio di ciò lo si può notare nella pronuncia della parola borsa, che nella parlata romana diventa più borza.

Altre consonanti da curare sono le “c, che in alcune parlate regionali tendono a suonare come zeta (ad esempio, mi piaze invece di mi piace) e in altre invece come “g (ad esempio, bango invece di banco), e anche le “t, che a causa di certe influenze dialettali tendono a scivolare verso la “d (ad esempio, mi piaci dando invece di mi piaci tanto).

  • Per allenarti a parlare bene, va da sé che ti è di fondamentale aiuto il registrare la tua voce, per capire dove è necessario migliorare. Se poi hai un voice coach che ti segue personalmente, i successi saranno molto più facili e veloci.

 

Corso gratuito parlare in pubblico

 

Tecnica n. 2: Migliorare l’articolazione

Articolare vuol dire propriamente formare distintamente i suoni di ogni sillaba, e imparare a migliorare l’articolazione delle parole è, certamente, uno degli esercizi di dizione di maggiore importanza.

Quindi, in sostanza, migliorare l’articolazione consente di andare a pronunciare in maniera precisa e con una chiarezza fonetica le sillabe che compongono le parole. Oltre a ciò, migliorare l’articolazione permette anche di pronunciare le parole nella loro completezza andando a “timbrare” le vocali, ovvero utilizzando la medesima quantità di fiato nel pronunciare le singole vocali che sono componenti di una parola. In questo modo risulteranno essere armoniose ed eleganti nel loro suono.

Una buona articolazione, unita alla corretta gestione del fluire dell’aria ti saranno d’aiuto anche per evitare quel bruttissimo difetto, comune a molte persone, di mangiarsi l’ultima sillaba, o vocale, della frase o della parole. Avrai notato infatti quanto è frequente sentire persone la cui voce si smorza sulle parti finali delle parole, a scapito dell’intelligibilità del testo, e dando l’impressione di essere poco convinte di quello che dicono.

A seguito di opportuni esercizi, tuttavia, si potrà arrivare ad avere una nitidezza del suono della propria voce, come pure una certa fluidità e scioltezza nell’eloquio e, come risultato finale, si potrà avere una sicurezza maggiore nella comunicazione.

In pratica, è un po’ come quando si decide di andare in palestra per migliorare la propria forma fisica.

Per parlare bene devi allenarti

Pertanto, grazie ad un costante e attento esercizio di quelli che sono gli organi preposti alla generazione del suono, ovvero l’apparato fonatorio e respiratorio, si potrà andare a migliorare l’articolazione.

Ad esempio, un esercizio che vede coinvolte le labbra prevede di ripetere per un minuto pa e ba alternativamente, mentre un altro esercizio che coinvolge denti e labbra e quello di ripetere, sempre alternativamente e per un minuto, fa e va.

Invece, un semplice esercizio che è specifico per migliorare l’articolazione di gruppi determinati di consonanti, vede il ripetere, ad esempio, gruppi consonantici come tru, trò, tró, tri, trè, tré, tra, oppure spu, spò, spó, spi, spè, spé, spa.

A questo punto puoi passare ad un altro esercizio: quello degli scioglilingua (che se si chiamano così, un motivo c’è, ti pare?). Scegline alcuni e inizia a declamarli, prima lentamente, facendo attenzione a scandire bene tutte le sillabe, poi, gradualmente, aumenta la velocità, facendo però sempre attenzione a non perdere la pronuncia chiara e intelligibile.

 

coinvolgere il pubblico ebook

Registra i tuoi esercizi, e cerca di apportare i necessari miglioramenti.

Ricordati che, lavorando con il tuo voice coach, che ti ascolta e ti suggerisce quali sono le problematiche da risolvere, i tuoi progressi si svilupperanno in molto meno tempo che lavorando da solo!

Ti consiglio poi di esercitarti davanti ad uno specchio, per verificare che la mobilità dei vari muscoli del viso, preposti all’articolazione dei diversi suoni. Evita di rimanere troppo inerte mentre parli, così come di contrarre o irrigidire le piccole fasce muscolari. (Sapevi che la nostra faccia contiene 36 muscoli che vengono utilizzati selettivamente per parlare ed esprimere emozioni?).

esercitati a parlare bene

Tecnica n. 3: Impara l’arte …

E mettila da parte! Recita un famoso adagio. 

Una corretta  dizione italiana è segno di cultura, di amore e passione per la nostra lingua, che purtroppo è ultimamente bistrattata a vari livelli.

Molti oggi (basta aprire la TV) la considerano un inutile orpello, del tutto superato.

All’opposto, diversi trainer della voce, osannano lo studio dell’ortoepia, come se fosse l’unico, e indispensabile elemento da acquisire per imparare a parlare bene.

La mia filosofia, per chi non lo avesse capito, parte da una visione ampia, che unisce cuore e pragmatismo.

Io credo che l’articolazione corretta e intelligibile delle parole sia un elemento basilare, e al tempo stesso, che  l’esasperazione della perfetta dizione, e il culto per un insieme di astratte, fredde regole, possano rendere la voce un prodotto asettico da laboratorio.

una dizione perfetta non vuol dire parlare bene

Non sono una fanatica della pronuncia perfetta, “neutra”. Questa parola, quando si parla di comunicazione emozionale, mi suona un po’ fuori luogo, e a te, che effetto ti fa? Ti sembra che per emozionare le persone ci voglia una voce “neutra”?

A parte errori grossolani che fanno sembrare poco colti e intelligenti chi li fa, è comunque importante definire la propria personalità, fatta anche di qualche vezzo o “licenza poetica” (purché sia frutto di scelta, non di ignoranza), che ti renderanno unico.

Ma su questo argomento ci torneremo. Te lo prometto.

Anzi, perché non mi dici le tue idee in proposito?

Mi piacerebbe davvero sapere che ne pensi, perciò, per favore, scrivimi i tuoi commenti in fondo all’articolo.

Io ti domando: la capacità di parlare bene è attinente a chi è perfetto nel pronunciare foneticamente l’italiano canonico, o a chi riesce ad emozionare gli ascoltatori?

Quello che ti dico, per ora, è semplicemente: “impara l’arte, e poi fanne ciò che vuoi!”

 

Altri
Articoli

Scarica l'Ebook Gratuito: La Voce del Successo!

Rimarrà gratuito ancora per poco tempo, quindi ti consiglio di approfittarne.

Dopotutto non ti costa nulla, no? Puoi solo guadagnarci migliorando la tua voce.

Cosa aspetti? Clicca qui sotto e scaricalo ora!

× Come posso aiutarti?