CANTARE FA BENE … ALLA MENTE (2 parte)

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Cantare fa bene alla mente: parleremo quindi di autostima, di socialità, di autodisciplina, di stimoli per la creatività, di intelligenza. Imparare a cantare, oltre a essere piacevole e gratificante, si configura come un vero e proprio percorso alla scoperta del proprio sé e del miglioramento continuo della propria persona, e questo è di certo uno dei benefici aggiuntivi che il mio metodo di insegnamento può portare a ogni studente, indipendentemente dall'età e dalle finalità artistiche o professionali.

Cantare fa bene sia al corpo che alla mente

4 Motivi in più per imparare a cantare.

Lo abbiamo già ribadito in altre occasioni (se non li hai letti troverai qui i miei articoli (LEGGI QUI 4 Motivi per cui cantare fa bene … al corpo; LEGGI QUI 4 motivi per cui cantare fa bene… alla mente – 1 parte).

Oggi ci addentreremo in tematiche più complesse, soffermandoci su ulteriori aspetti molto interessanti, per mettere in risalto, in un quadro più ampio e completo, una grande varietà di motivi più che validi, per i quali scegliere di seguire un corso di canto.

Non importa la tua età, e non importa se pensi (o se ti hanno detto) che sei “negato/a” per il canto. Ricorda che assecondare questa passione potrebbe essere la mossa ideale non solo per divertirti, ma anche per stare più in salute, e per migliorare la qualità della tua vita e le tue prestazioni professionali.

Ti stai forse domandando cosa c’entrino il canto e la musica con questi aspetti dell’esistenza umana? Procedi con me nella lettura, e te lo spiegherò.

Cantare fa bene anche alla mente, letteralmente: parleremo quindi di autostima, di socialità, di stimoli per la creatività, di intelligenza (anzi di intelligenze multiple: puoi leggere se ti va, questo articolo che ho trovato interessante e spiegato con chiarezza), fino ad arrivare al potente ma controverso … effetto Mozart.

corso di canto

 

1) Autostima

Per quale motivo un corso di canto impostato con il metodo L.O.V.E. Light Of Voice Energy®, dovrebbe far bene all’autostima? Semplice: perché dà la possibilità a tutti, compresi i timidoni inguaribili, di lasciarsi andare. Il metodo è impostato in modo olistico, ed è quindi centrato sulla persona, anzi su ogni singolo individuo, in modo tale da lasciare che la tecnica vocale diventi un cammino di auto-esplorazione del nostro corpo fisico insieme al nostro corpo emozionale. Per questo le lezioni possono essere sia singole che di gruppo. Il gruppo funge da specchio e da sostegno, e ci aiuta, in un contesto protetto e libero da critiche e giudizi, proprio a superare la timidezza a rafforzarci in caso di fragilità dell’autostima.

Le tecniche di canto si coltivano con l’esperienza e nel corso del tempo, ma la soddisfazione di notare un evidente miglioramento delle proprie potenzialità latenti è indescrivibile. Il canto, come dimostra anche la mia esperienza di cantante voice coach, è un ottimo strumento da sfruttare per insegnare ai bambini, ai giovani, e anche agli adulti, a parlare in pubblico in maniera naturale e senza alcun tipo di limite, abbattendo le barriere imposte dalla vergogna. Nel cosiddetto “Public Speaking” si mettono in gioco un intreccio di dinamiche e convinzioni personali che ben poco hanno a che vedere con la tua competenza professionale specifica.

Paura di parlare in pubblico ebook

Quando ti trovi difronte ad un pubblico (a prescindere dal fatto sia un gruppo numeroso, o formato da poche persone) avvengono in te una serie di reazioni emozionali e fisiologiche che prendono il sopravvento e ti tolgono di mano il timone della situazione: il battito del cuore accelera, il respiro sale e si accorcia, il diaframma si irrigidisce, e la voce inizia a tremare… Chi non lo ha provato almeno una volta nella vita? In questo stato l’attenzione diminuisce e la comunicazione diventa inefficace, perché intorbidita da segnali “non verbali” inconsapevoli, che mettono in risalto, tuo malgrado, il tuo stato di insicurezza.

Anche se non desideri diventare un cantante professionista, lo studio del canto ti aiuterà enormemente a sciogliere le tue rigidità comunicative e a diventare più sicuro di te, anche nel parlare in pubblico, e questa è di certo una ragione in più per affermare che cantare fa bene.

 

2) Autodisciplina

Un corso di canto aiuta a promuovere anche l’autodisciplina. Per quale motivo? Perché, se si decide di abbracciare una passione come il canto, sapendo che cantare fa bene alla mente e al corpo, ci sarà bisogno di imparare a sfruttare il tempo a propria disposizione nella maniera migliore possibile. Dover fare esercizio, andare a lezione e impegnarsi con costanza e regolarità, costituiscono un’autentica palestra per la propria disciplina e per il proprio senso del dovere.

Un dovere che si esplica, prima di tutto, nei confronti di noi stessi e del nostro star bene.

cantare fa bene

Con anni di insegnamento alle spalle, so che oggi abbiamo una certa resistenza a sentir parlare di “disciplina”, in quanto molti la associano al concetto di “coercizione” e “imposizione dall’esterno”.

La mancanza di “auto-disciplina” è però una grave lacuna, e impedisce a molti di raggiungere i propri obiettivi. In questo lo studio di uno strumento musicale, e in particolare del canto, è un’occasione privilegiata per colmare questo vuoto.

Aiuta a formare il carattere.

A organizzare al meglio il proprio tempo.

A trovare e attuare strategie per superare gli ostacoli e le difficoltà.

A conoscere i propri punti di forza e le aree che invece necessitano di miglioramento.

A gestire le proprie risorse e i propri talenti.

A instillare e sviluppare il senso di auto-efficacia.

In questo senso cantare fa bene anche perché ha molti punti di contatto con lo sport. Con un vantaggio in più: il fatto che può essere praticata comodamente a casa tua, e anche da chi, per qualche specifica ragione, non potesse dedicarsi all’attività sportiva.

Senza dimenticare il fatto che per cantare non occorre acquistare costosi strumenti, o attrezzature. Il nostro corpo è già lo strumento, e possiede in sé tutto ciò di cui abbiamo bisogno!

cantare fa bene al cervello

3) Creatività

Cosa è la creatività? Esiste una “Intelligenza Creativa”? Una capacità isolabile dalle altre e osservabile, nonché misurabile con appositi test in grado di quantificare comodamente e velocemente la creatività delle persone?

Il discorso è complesso, e nemmeno gli studiosi dell’Intelligenza sono d’accordo.

Alcuni di essi, tra cui Guilford (1967), ritengono che la creatività sia associata ad una forma di pensiero che viene definito pensiero divergente: la sua caratteristica è quella di produrre molteplici soluzioni, spesso nuove e insolite (divergenti, appunto), per risolvere i problemi, nei confronti dei quali il pensiero “convergente” trova soluzioni sì efficaci, ma obsolete e standardizzate.

Avere la possibilità di esprimersi e di esprimere la propria creatività sono due aspetti che vanno di pari passo con il canto.

Ma non tutti riescono con facilità a tirar fuori questo lato del loro essere.

A volte è necessario lavorare a monte, per cercarla liberarla e scoprirla, la propria creatività, laddove è nascosta da un certo tipo di indole e/o di educazione; solo affrontando questo lavoro sarà possibile, infine, portarla alla luce.

L.O.V.E. Light Of Voice Energy® insegna anche, e soprattutto, quest’aspetto: stimolare e abbracciare la propria creatività, in sinergia con una tecnica consolidata che permetta di lasciar che le proprie emozioni siano libere di prendere la forma che desiderano assumere.

In questo senso è il metodo adatto a chi desidera esprimere la propria voce “fuori dal coro”.

E’ il metodo che fornisce la chiave per formare una consapevolezza tecnica incentrata sulla personalità di ogni studente.

E’ il metodo attraverso il quale, mentre la tua voce migliora, sperimenti gioiosamente, concretamente e in modo misurabile, che cantare fa bene.

Corso gratuito parlare in pubblico

 

4) Intelligenza

Numerose ricerche sono state effettuate negli ultimi decenni, volte proprio a confermare o a smentire questa tesi: suonare rende più intelligenti?

E, poiché, come abbiamo già visto, sarebbe più scorretto parlare di “intelligenza” ma piuttosto di “intelligenze”, cerchiamo di declinare questa domanda nei diversi aspetti che la compongono.

  • Direttamente collegato alla creatività, c’è il problem solving, cioè la capacità di affrontare e superare le difficoltà, trovando volta per volta la soluzione più efficace tra una rosa di possibilità. Chi studia canto sa bene che si troverà a dover fronteggiare alcuni problemi: dovrà scegliere come eseguire nel modo più conveniente le note che compongono una canzone, individuare i punti difficili, scoprire gli esercizi migliori per poter superare un dato passaggio complesso, valutare le conseguenze di affrontare ogni segmento del brano in un modo piuttosto che un altro.
  • Anche il pensiero logico-matematico viene stimolato dalla formazione musicale. Lo studio delle durate, assolute e relative, dei suoni nonché dei rapporti armonici tra le note, hanno molto in comune con i “numeri”. Anche se oggi i programmi “scolastici” considerano la musica soprattutto sotto il punto di vista “umanistico”, anticamente non era così. Tanto è vero che, nel medioevo la Musica faceva parte del Quadrivium, (insieme all’Aritmetica, alla Geometria, e all’Astrologia), mentre il Trivium comprendeva le arti liberali letterarie (Grammatica, Retorica e Dialettica).
  • Ovviamente lo studio del canto stimola l’intelligenza musicale più di ogni altro strumento, poiché implica una grande consapevolezza dell’intonazione. Un esempio, per chi non avesse ben chiaro il concetto: un pianista può sbagliare tasto, ma non può mai “stonare”, in quanto l’intonazione della nota corrispondente ad ogni tasto non dipende da lui, ma dal pianoforte (e da chi lo accorda).
  • Leggere ed eseguire la musica aiuta a migliorare l’intelligenza linguistica, e inoltre stimola la memoria e incrementa la capacità di concentrazione. Ogni brano musicale, anche una semplice canzone, ha infatti una struttura, composta da schemi portanti e da elementi che possono essere modificati dall’esecutore. Un cantante jazz e uno specialista di musica barocca dovranno essere parimenti esperti nell’arte della “variazione di un tema”, ovviamente nei propri differenti stili!
  • L’intelligenza corporeo-cinestetica, cioè la capacità di conoscere e controllare il proprio corpo è incrementata dallo studio del canto, poiché nel nostro caso lo strumento musicale è proprio il nostro corpo. Postura, tonicità e/o rilassamento di ogni area distinta del corpo sono elementi importanti per una buona fonazione. E’ necessario quindi prendere consapevolezza dei segnali che esso ci invia mentre stiamo cantando, per poter distinguere la qualità di ogni suono che emettiamo, e poter attuare gli eventuali opportuni aggiustamenti.

imparare a cantare fa bene alla mente

  • Quando si canta ci si relaziona con gli altri, e per questo cantare fa bene, e tanto, allo sviluppo della cosiddetta intelligenza interpersonale, cioè la capacità di comprendere i sentimenti, le priorità e le emozioni delle altre persone. L’empatia è soprattutto sviluppata da chi suona o canta in gruppo, da chi fa parte di un coro, e da chi svolge il ruolo di “accompagnatore”. In verità tutti noi cantanti dobbiamo sviluppare la capacità di comunicare emozioni ai nostri spettatori, senza sentirci intimoriti dai possibili giudizi di chi ci ascolta, ma provando piacere nell’essere liberamente in comunicazione biunivoca con il nostro pubblico. Questa esperienza costituisce una palestra privilegiata per sviluppare tutte quelle doti e abilità che ci facilitano la socializzazione, nella vita di ogni giorno. La paura di esporsi di fronte agli estranei si può vincere proprio grazie allo studio del canto, che diventa, in questi casi, non più fine a se stesso ma funzionale all’acquisizione di altre competenze, ad esempio quelle comunicative.
  • Il canto sviluppa e consolida anche l’intelligenza intrapersonale cioè la capacità di essere in contatto con i propri sentimenti, paure ed emozioni, con i nostri perché e i nostri obiettivi. Conoscere e ri-conoscere noi stessi, il nostro valore e la nostra unicità, quello che ci disturba e quello che invece ci piace, quello che non accettiamo di noi o degli altri, quello che vogliamo diventare e realizzare nella nostra vita… sono tutti passi di un cammino di crescita che la scoperta e la cura della nostra voce ci porteranno, prima o poi, ad affrontare. Io dico sempre ai miei allievi che la nostra voce “ci parla” di noi, dal di dentro. Conoscere amare e curare la nostra voce significa conoscere, amare e curare noi stessi. Una ragione in più per confermare che cantare fa bene davvero a tutti!

Che la musica renda o meno più intelligenti, potete scoprirlo da voi, ad esempio facendo un periodo di prova. Una cosa è certa: la musica ti aiuta a utilizzare meglio e valorizzare tutte le tue risorse, anche quelle intellettive.

effetto mozart

 

L’effetto Mozart

All’effetto Mozart occorre dedicare un paragrafo tutto suo: si tratta di un effetto assolutamente incredibile secondo il quale, a prescindere da quali siano i propri gusti musicali, la musica di Mozart sarebbe in grado di rilassare, aiutando a esprimersi in maniera più chiara e stimolando molte aree del cervello in maniera creativa. Ad introdurla furono i fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher che realizzarono un singolare esperimento. Divisero trentasei studenti in tre sottogruppi, sottoponendo i primi due gruppi a due diverse condizioni di ascolto, mentre il gruppo di controllo tu tenuto in condizioni di silenzio. Subito dopo i giovani furono sottoposti ad un test di intelligenza sul ragionamento spaziale.

Ne emerse che il gruppo che aveva ascoltato Mozart ottenne un punteggio mediamente superiore rispetto agli altri due gruppi (quello che aveva ascoltato musica easy listening e quello che era rimasto in silenzio).

Ad oggi questa teoria è controversa, in quanto non tutti i ricercatori sono stati in grado di ottenere gli stessi risultati effettuando esperimenti analoghi.

L’otorinolaringoiatra francese Alfred Tomatis, è stato uno dei primi autorevoli studiosi a occuparsi degli effetti della musica sull’apprendimento, a comprendere che lo sviluppo del sistema cerebrale del bambino era fortemente influenzato dagli stimoli sonori ricevuti, sia durante la permanenza nel grembo materno sia successivamente, e a utilizzare proprio la musica di Mozart a scopi terapeutici.

cantare fa bene

Ad oggi possiamo dire che l’argomento è tutt’altro che esaurito, e molti sono gli studiosi che utilizzano la musica di Mozart per affrontare diverse patologie neuronali.

La musica influisce su chi la ascolta, sulla percezione dello spazio che abbiamo intorno e, di conseguenza, sulla percezione che abbiamo di noi stessi.

Certo non possiamo aspettarci modifiche eclatanti e ottenute in tempi brevissimi, ma l’efficacia dei diversi approcci di musicoterapia, è comunque ormai ampiamente riconosciuta.

Sei una di quelle persone che hanno a cuore il proprio benessere, in quanto presupposto imprescindibile di una vita sana e piacevole?

Se sì, ti consiglio vivamente di sperimentare di persona che cantare fa bene, e la differenza è davvero visibile anche dall’esterno.

Dopo anni di insegnamento, posso affermare che la pratica costante di un’attività musicale, come quella del canto, è in grado di apportare davvero un’ampia gamma di benefici fisici, mentali ed emotivi.

Non sono la sola ad essere convinta che cantare fa bene.

Un interessante studio condotto dai ricercatori della George Washington University intitolato “Creativity and Aging”, ha evidenziato che gli anziani che si dedicano alla musica, o semplicemente cantano in un coro, godono di una salute migliore.

Se accettiamo l’assunto che la musica, e il canto in particolare, possano essere in grado di rafforzare l’intelletto e migliorare le facoltà di apprendimento, il passo successivo è quello di indagare quali tipologie di sonorità siano più funzionali da questo punto di vista.

Grazie ai numerosi studi effettuati, è stato possibile confermare che l’ascolto musicale è in grado di influenzare le onde cerebrali: ad esempio le frequenze più alte forniscono energia, per così dire, carburante al cervello, mentre quelle più gravi facilitano il riposo e il rilassamento.

Dunque la voce umana, con la sua infinita gamma di modulazioni, ha senza dubbio il potere di creare in chi ascolta dei particolari stati mentali ed emotivi. Ne ho parlato già in altri articoli di questo blog, ai quali rimando chi volesse approfondire.

Ho voluto includere l’effetto Mozart in questo articolo, proprio per evidenziare quanti siano gli aspetti sorprendenti della musica.

cantare fa bene alla mente

Imparare a cantare, oltre a essere terapeutico, si configura come un vero e proprio percorso alla scoperta del proprio sé e del miglioramento continuo della propria persona, e questo è di certo uno dei benefici aggiuntivi che il mio metodo di canto L.O.V.E. Light Of Voice Energy® può portare a ogni studente, indipendentemente dall’età e dalle finalità artistiche o professionali.

Credo che, se hai letto fin qui, anche tu ora ti sia convinto, come me, che cantare fa bene.

A questo punto, forse qualcuno di voi si sta chiedendo come si fa a scegliere il corso di canto e l’insegnante di canto più adatto a ciascuno di noi. Vi rimando allora al mio precedente articolo, che contiene alcuni preziosi suggerimenti per trovare l’insegnante di canto adatto a te, evitando inutili e dannose perdite di tempo.

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